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mercoledì 24 settembre 2008

Osare, credere, spavaldi di essere...

E' il titolo di una coreografia della Nord in un Roma-Lazio di qualche anno fa.
Un aquila imperiale con le ali spiegate e tanti cartoncini azzurri intorno.
Nella Lazio giocava un certo Roberto Mancini, era la prima Lazio di Sven Goran Eriksson, una squadra che di lì a qualche anno avrebbe vinto lo scudetto.
In quel derby la squadra del finanziere Sergio Cragnotti strapazzò la Roma del compianto presidente Franco Sensi, seppure in inferiorità numerica dal 5' minuto per l'espulsione di capitan Favalli.
Era l'inizio di un ciclo che ci portò a prestigiosi successi anche in Europa.
E'passato tanto tempo e ne è passata di acqua sotto i ponti.
Sono cambiate tante cose, sono passati tanti uomini, di quella Lazio l'unico cimelio che è rimasto è Maurizio Manzini, che tiene duro dai tempi della Lazio di Maestrelli e Chinaglia.
Oggi c'è Lazio-Fiorentina, altri tempi. La Lazio non lotta più per le posizioni di vertice, non è in Europa, nemmeno in coppa Uefa e deve cercare di riprendersi quel posto che le compete nel campionato italiano.
E già stasera può essere il passo decisivo, non che questa partita possa rappresentare il raggiungimento di chissà quale traguardo ma può aiutare a capire dove possono arrivare i ragazzi di Delio Rossi.
La Fiorentina è una squadra tosta, rinnovata da acquisti importanti come Gilardino, Felipe Melo, Vargas e che può contare su un ottimo allenatore quale Cesare Prandelli.
Staremo a vedere se i biancocelesti saranno all'altezza della compagine viola che può essere benissimo inserita tra le grandi del calcio italiano.
Quel derby consegnò alla Lazio la consapevolezza di essere in grado di vincere qualcosa di importante, di essere una squadra competitiva a tutti i livelli.
Gli avversari non saranno gli stessi ma l'obiettivo resta quello di poter dimostrare che le aquile biancoazzurre possono tornare a volare alte.

Pubblicato da Mariano Ciaraldi - CAPOREDATTORE S. S. LAZIO

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