Centotrentasette: vissute così, a petto in fuori e testa dentro al collo, affinché i fischi dell’iniziale dissenso volassero via oltre il ciuffo fascinoso sale e pepe, ben al di là dei luoghi comuni del bar dello Sport. Centotrentasette: affrontate a viso aperto, nel rifiuto filosofico del tatticismo, rinunciando per necessità al tridente della propria formazione calcistica e però sfidando la retorica da marciapiede e l’approssimazione delle analisi a fronte alta. Durante questi anni, molte sono state le contestazioni al tecnico, ma se andiamo a valutare il percorso del napoli, le giudicherei illogiche, ho ascoltato tifosi dire: "con Reja il Napoli non va da nessuna parte!" - Sbagliato! Con Reja il napoli è risorto dalle proprie ceneri, come un'araba fenice. Il valore di un tecnico si può valutare solo quando questo è capace di fare bene con una rosa discreta, se ci pensiamo il nostro Edoardo a fare ciò è stato uno dei migliori, ha lanciato nuove promesse del calcio ed ha valorizzato giocatori che in un recente passato mancavano anche della benchè minima notorietà, per poi dire di aver saputo gestire calciatori che saranno futuri campioni.
Centotrentasette Edy Reja, l’uno uguale all’altro, nella buona e nella cattiva sorte, nella quiete e nella tormenta d’una città ribelle, trascinata dal Cittadella al Benfica e dalla C all’Uefa in 1333 giorni da raccontare. Centotrentasette panchine e non sentirle addosso, nonostante le accuse gratuite di difensivismo, la difficoltà del biennio 2005-2007 di riuscire a vincere ed a convincere - contemporaneamente - in una Napoli all’epoca piegata sulle ginocchia, travolta dalle macerie del Fallimento, devastata dall’amarezza.
L’Edy Reja che da stasera s’accomoda sul podio degli allenatori più longevi (per continuità) della storia partenopea - 1° Monzeglio: 236 gare consecutive da tecnico; 2° Garbutt a 200 - è la proiezione identica e precisa dell’Edy Reja che il 29 gennaio di tre anni fa si catapultò in una favola per uomini duri, una sorta di thriller settimanale da interpretare con il giubbotto antiproiettile intriso d’ironia: un sorriso per ogni pallottola e via verso il Paradiso Terreste, ch’è l’altra faccia della stessa medaglia d’una città bisognosa d’eroi. (fonti Corriere dello Sport)
Pubblicato da Gennaro Alessio D'Angelo - CAPOREDATTORE SEZIONE S.S.C. NAPOLI
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