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giovedì 5 novembre 2009

Lazio nella tormenta: 1-4. Il Villarreal travolge i biancocelesti

Rovinoso ko della Lazio sul campo del Villarreal. Gli spagnoli si impongono per 4-1 e agganciano i romani al secondo posto del girone di Europa League. Partita compromessa in 15': segna Nilmar al 2', subito dopo viene espulso Baronio e la Lazio incassa le reti di Cani e di Pires su rigore. C'è un rigore (con espulsione di Gonzalo) anche per la Lazio: Foggia sbaglia. Nella ripresa, rete di Zarate subito spenta dal 4-1 di Rossi ancora su rigore.

LA PARTITA
Cronaca di una partita rimasta in bilico per circa centosettanta secondi. Due minuti e cinquanta sono abbastanza perché la Lazio si mangi un gol fatto con Rocchi, ne prenda uno da polli causa difesa e Bizzarri dormienti e si ritrovi in dieci per l'espulsione di Baronio. Da lì in poi, portando la sintesi all'estremo, è una storia di orrori ed errori nella quale il mattatore assoluto è l'arbitro Kircher. Tre rigori, due rossi, sette gialli: uia prestazione da Oscar per il peggior fischietto protagonista, gigantesco nel volere rafforzare a tutti i costi il luogo comune del tedesco rigido, preciso esecutore delle regole e incapace di intuire certe sceneggiate latine, come quella che sfodera Llorente sul goffo tentativo di reazione di Baronio. I laziali, abituati alle direzioni all'italiana tutte moderazioni e chiusure di occhi, ci sono cascati con tutte le scarpe: le teste, compresa quella di Ballardini, si sono scollegate e il Villarreal ha marciato sulle macerie biancocelesti realizzando altre due reti (una su rigore assai fiscale, tanto per cambiare: ma Diakité, autore del fallo su Nilmar, è ingenuo, distratto e ancora inadatto a livello internazionale) e rischiando di segnarne almeno altre due.

L'emorragia dell'Aquila è stata arrestata da Rocchi, scaltro a procurarsi un penalty che presenta in allegato l'espulsione di Gonzalo. La parità di uomini è ristabilita: peccato solo che Foggia calci quasi da isterico, irrigidito e nervoso. Palla sulla traversa e fine assai anticipata delle speranze di una Lazio che nella ripresa, nonostante l'inserimento di Zarate, non riesce a produrre lo sforzo necessario per riequilibrare la gara, o perlomeno a perderla con un solo gol di scarto, che garantirebbe il vantaggio sul Villarreal negli scontri diretti. Zarate, almeno vivo, illude firmando l'1-3 al 72'e delude quattro minuti dopo, quando scarica male il destro che potrebbe valere il gol buono per la partita doppia. Ma sono solo due parentesi di una breve fase, la Lazio è stanca, sfiduciata. Mauri concede per riflessi ormai appannati un rigore che Giuseppe Rossi, appena entrato, non fallisce. La gara che poteva iniettare pensieri positivi termina con un passivo che popola di altre fantasmi le teste biancocelesti. Ballardini si è forse giocato l'Europa League e contro il Milan, domenica, si gioca la panchina; i suoi uomini, la faccia. Saranno giorni caldi, a dispetto di un novembre freddo e grigio come di prammatica.

Fonte: Sport Mediaset

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