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sabato 7 novembre 2009

Sneijder: «Inter, ti aiuterò a vincere tutto»

L'Inter non può fare a meno di lui. Lo dicono i numeri: senza Sneijder, la squadra di José Mourinho non vola. 8 vittorie e 2 pareggi con l'olandese in campo, 2 successi, 2 pareggi e 2 ko quando l'ex Real è assente. «Ma non parlate di segreti o di me come di uno indispensabile. I miei compagni contro il Palermo e il Livorno hanno vinto anche se non c'ero...».

SNEIJDER SI PRESENTA - Wesley da Utrecht è uno che ama il low profile e forse anche per questo lo Special One si è talmente innamorato di lui da volerlo a tutti i costi la scorsa estate. Che il suo sogno è vincere il campionato e la Champions League con l'Inter se lo è lasciato sfuggire alle ultime curve di una interessante chiacchierata alla Pinetina, con la gioia per la sua rete decisiva firmata a Kiev ancora nell'aria. Del resto Sneijder sa cosa è il mondo del calcio. Glielo ha insegnato la sua famiglia, dove si vive di pane e...pallone. «Mio padre Barry è stato un calciatore a livello dilettantistico, mio fratello maggiore Jeffrey era con me nelle giovanili dell'Ajax dove ora c'è mio fratello minore Rodney (è anche nazionale olandese Under 19, ndr). Lo consiglio all'Inter? Perché no? Prima però facciamolo crescere un altro po'».

Domani intanto c'è la Roma. Senza Totti...
«Meno male perché è un grande e fa la differenza».

Sneijder, cosa pensa di aver porta­to all'Inter che con lei in campo vince quasi sempre?
«Io cerco sempre di dare il 100 per cento e lotto su tutti i palloni fino al 90' perché il mio obiettivo è vincere ogni partita aiutando la squadra. Succede fin dai tempi dell'Ajax: lì arrivai in prima squadra e mi inserii benissimo perché venendo dal settore giovanile mi avevano insegnato a lavorare per i compagni, a pensare primo al gruppo e poi a me stesso. È la loro regola. Una regola vincente».

L'Ajax è una scuola di calcio e tanti giocatori che escono da lì sanno ricoprire più ruoli. In Italia l'esempio più classico è Seedorf.
«Nell'Ajax, specialmente se sei un centrocampista, da piccolo non vieni impostato per stare davanti alla difesa, per fare il trequartista, l'esterno di destra o di sinistra. No, lì ti insegnano tutto perché devi essere in grado di giocare in ogni ruolo della mediana. Giusto così».

Che tipo calciatore è Sneijder?
«Un centrocampista tecnico che ama giocare dietro le punte, possibilmente vicino all'area avversaria. Mi piace segnare, e per questo quando posso provo a concludere verso la porta avversaria, ma amo anche fare passaggi che mettano i compagni in condizione di far gol».

Come ha fatto ad adattarsi così in fretta al campionato italiano?
«In passato ho visto diverse partite di serie A e questo mi ha aiutato. Credo che molti all'estero giudichino il vostro torneo come troppo difensivo, ma non è vero. Se guardiamo l'Inter, per esempio, è impossibile non notare che abbiamo segnato tanti gol. Ok, l'Inter è diversa dalle altre squadre di A, ma an­che in Italia si gioca in modo veloce e c'è tanta qualità».

In passato, prima che arrivasse l'Inter, c'è stata un'altra società italiana che ha cercato di acquistarla?
«Sì, mi aveva cercato il Milan, ma ormai fa parte del passato e non amo guardare indietro».

Fonte: Corriere dello Sport

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