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giovedì 5 novembre 2009

Lazio, non mollare col Villarreal Ballardini: «Una sfida cruciale»


ROMA (5 novembre) - La Lazio vuole rialzare la testa. E soprattutto ritrovare sorriso e tranquillità. Le possibilità ci sono, anche perché fino adesso la formazione biancoceleste ha trovato più soddisfazioni in Europa che in campionato. E non solo perché ha ottenuto più vittorie, ma anche perché, bene o male, almeno in Europa League ha sempre dato la sensazione di essere più squadra. La cartina di tornasole è la sconfitta interna con il Salisburgo decisamente diversa, per gioco e organizzazione, rispetto alle due brutte debacle in campionato con Bari e Cagliari, dove i giocatori sono apparsi spaesati e confusi. Sembra quasi che la Lazio europea sia una squadra diversa.

«E’ una gara cruciale, anche se sento dire questa cosa dal 5 agosto. Dobbiamo vedere se siamo capaci a superare tutte queste difficoltà. Insomma, per noi, soprattutto adesso, è un bel banco di prova», le parole di un Davide Ballardini apparso piuttosto nervoso e un po’ infastidito. Il tecnico e il portiere Bizzarri, hanno interrotto il silenzio stampa, poiché obbligati dall’Uefa, anche se la società, poco prima di cominciare la conferenza ha voluto precisare che si accettavano domande esclusivamente sulla gara del Madrigal. Bene, il modo giusto per affrontare la dura realtà.

Tornando alla partita, probabilmente il Villarreal capita nel momento peggiore. Un po’ perché la squadra di Rossi non è più in crisi come qualche settimana fa, e questo preoccupa non poco. Un po’ perché la Lazio si presenta all’appuntamento senza giocatori importanti ed esperti, specialmente in sfide del genere, come Matuzalem e Cruz. Ma pure per l’assenza di Dabo e Meghni che, in un momento d’appannamento fisico, come è quello attuale in casa laziale, potevano essere utili soprattutto per dare il cambio a chi è in debito d’ossigeno, vedi i centrocampisti Baronio (che non è stato benissimo), Brocchi e Mauri.

L’allenatore da questo punto di vista non si fa pregare e, seppur per pochi istanti, rompe il muro andando oltre la gara con gli spagnoli, volendo precisare per l’ennesima volta un concetto a lui molto caro. «Il vero problema della Lazio è che non si riesce a lavorare come vorremmo, abbiamo avuto molti infortuni e ci sono state molte partite ravvicinate. Questa è la spiegazione, niente di più, niente di meno. Ci sono squadre come l’Inter che hanno la forza e l’esperienza per affrontare queste situazioni, altre no. Poi si può dire che la Lazio non è brillante come è accaduto nei match con il Bari, il Cagliari ed il Siena. In queste ultime due-tre partite siamo stati poco bravi nel gioco e nei risultati, questo lo concedo ed è vero». E pensare che l’anno scorso in molti erano contenti che la Lazio fosse tornata in Europa: ma a sentire l’allenatore, nonostante sostenga che sia «un peso da voler mantenere a lungo», sembra quasi che sarebbe stato meglio non esserci.

La notizia confortante è che la formazione di Ballardini può giocare per due risultati su tre, quindi, senza accentuate pressioni. Con una vittoria la Lazio sarebbe qualificata matematicamente, con un pareggio metterebbe una bella ipoteca sul passaggio del turno. «Noi che gestiamo il risultato? Non siamo così smaliziati. Davanti avremmo una signora squadra che sta bene e, con giocatori tipo Rossi, ci può mettere in grande difficoltà», la chiosa finale del tecnico di Ravenna.

Fonte : www.ilmessaggero.it

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